Book #17 e riflessioni personali: Intelligenza Ecologica di Daniel Goleman

Da diverso tempo ormai mi interesso all’impatto ambientale della mia vita. Lungi dall’essere un modello da seguire (sono ancora terribilmente indietro), faccio del mio meglio per diminuire le conseguenze sgradevoli che le mie azioni potrebbero avere sulla Terra. Per questo ho deciso di leggere Intelligenza Ecologica, saggio del 2009 scritto da Daniel Goleman, famoso per aver approfondito e reso nota alle masse la nozione di intelligenza emotiva.

Immagino vi stiate chiedendo cosa ne possa sapere uno psicologo di ecologia. Ebbene, vi stupirete di quanto la componente psicologica possa contare quando si parla di benessere ambientale, soprattutto se rapportata alle abitudini di consumo. Goleman, citando esperti del settore, dimostra come lo sviluppo di un’intelligenza ecologica sia fondamentale per una presa di coscienza utile alla costruzione di una società più ecosostenibile. Il cambiamento non può avvenire se non c’è una ragione forte per motivarlo. Essa può essere la preoccupazione per la salute propria e dei propri cari, l’amore per l’ambiente e per gli animali, apprensione per i cambiamenti climatici, ecc. Goleman sottolinea come ogni nostro acquisto rappresenti un voto: con i nostri soldi possiamo cambiare i prodotti che troviamo al supermercato. Ma attenzione al greenwashing, definito come il “(…) mettere in luce selettivamente uno o due vantaggi di un prodotto al fine di dare un’immagine positiva all’intero oggetto.” (dal libro, pag. 33). Avete notato come molte aziende abbiano apposto sui propri shampoo la dicitura “senza parabeni”, o “senza olio di palma” se si parla di merendine o di biscotti? Probabilmente in quegli shampoo ci saranno altri ingredienti nocivi, esattamente come in quei biscotti, presumibilmente pieni di sciroppo di glucosio, ma ehi, sono senza olio di palma perché sennò l’industria subirebbe una forte perdita economica, quindi compriamoli anche se i produttori adottano strategie poco etiche!

La lettura di questo saggio mi ha fatto ricredere su molte cose. Ad esempio, ultimamente tendo ad acquistare prodotti contenuti nel vetro per limitare l’utilizzo di plastica. Purtroppo però la produzione e il riciclaggio del vetro prevedono un processo che innesca un grande consumo di energia e che libera quantità impressionanti di Co2. Anche il cotone, fibra tessile naturale per eccellenza che non rilascia microplastiche nel lavaggio, nasconde delle insidie: pare infatti che sia una delle coltivazioni che richiede massicce dosi di pesticidi per un buon risultato. E allora, che fare?

Credo che pensare di smettere di inquinare sia impossibile, in quanto ogni nostra azione ha delle conseguenze sulla biosfera. Mentre scrivo, sto inquinando. Mentre leggete, state inquinando. Goleman conclude il suo saggio sottolineando come la trasparenza radicale (cioè mostrare l’impronta di Co2 di un prodotto dalla nascita fino allo smaltimento) sia fondamentale per fare delle scelte davvero ecosostenibili ed eticamente corrette. Quello che non ha aggiunto l’autore, ma che aggiungo io, è che bisogna assolutamente limitare gli acquisti superflui, preferire articoli di seconda mano, adottando una stile di vita volto al minimalismo, ricordandoci che il troppo equivale al niente. Inoltre, comprare sfuso aiuta a favorire la diminuzione di plastica usa e getta.

I cambiamenti climatici sono una realtà e questa situazione necessita un cambiamento di rotta nelle vostre vite, per evitare un naufragio in un mare che si innalza sempre di più. Voi che fate per evitare il disastro?

3 pensieri riguardo “Book #17 e riflessioni personali: Intelligenza Ecologica di Daniel Goleman

  1. Non so. Mi dispiace ma sono pessimista. Non si può svuotare il mare con un secchio. Per folli ragioni economiche è difficile fermare questo disastro. Le azioni dei singoli hanno scarso speso specifico. Tutto vira verso l’accumulo e la crescita dissennata.

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    1. Ciao Ettore. Capisco il tuo punto di vista, ma non credo che le azioni dei singoli non possano cambiare niente. Anche se così fosse, preferisco impegnarmi e credere di poter fare la differenza, piuttosto che lasciare andare tutto a puttane. Sarò idealista, sarò scema, ma questo mi fa stare meglio.

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  2. Mancano ancora coscienza ecologica e informazione. Quando la maggioranza delle persone si renderà conto dei pericoli che corre la nostra specie, le azioni singole di contrasto aumenteranno e le aziende dovranno tenerne conto. Speriamo solo che non sia già troppo tardi.

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