Book #28: La memoria rende liberi di Liliana Segre

Autobiografia Liliana Segre, La memoria rende liberi

Conosciamo tutti il momento storico che stiamo vivendo: razzismo e un più generale sentimento d’odio regnano sovrani su una società che si sente derubata e che ha bisogno di capri espiatori, che i detentori del potere non tardano ad offrire alla pubblica gogna.

Così pare successe anche diversi anni fa, ma non troppi, quando la rabbia di molti si scagliò contro le vittime sacrificali, che all’epoca avevano la sola colpa di essere nati ebrei, ma anche omosessuali e zingari.

Liliana Segre ha deciso, in tarda età, di raccontare la sua terribile storia perché, come dice il titolo del suo libro, “la memoria rende liberi”; nel suo caso, liberi dall’incubo, dal ricordo insopportabile della privazione della propria umanità.

La tragedia di Liliana inizia da bambina, con l’emanazione delle leggi razziali del ’38, con cui a lei, e ad altri bambini come lei, veniva negato di frequentare la scuola; quella scuola in cui si rifugerà anche dopo la Liberazione per ricominciare a vivere.

Quella di Liliana è la storia dell’elaborazione di un grave lutto: la perdita dell’amato padre, per lei padre-madre, considerando la prematura scomparsa della figura materna. Un padre fragile, che non riuscì a sopravvivere all’orrore del campo, al freddo di Auschwitz. Liliana quasi disprezza la sua vita dopo la Liberazione; si chiede spesso “perché io sì, e tanti altri no?”. Ci sono voluti una bellissima storia d’amore e una famiglia a renderla “felice”. Purtroppo però, il trauma non si risolve mai da solo, inutile ignorarlo. Prima o poi tutto sale a galla. E da quel momento Liliana viaggia per portare la sua testimonianza soprattutto ai ragazzi. E allora stupisce che nonostante il lavoro fatto, oggi la Segre si ritrovi a ricevere messaggi antisemiti… Ma stupisce chi? Ci siamo dimenticati dei fatti che hanno coinvolto alcuni ultras della Lazio e la figura di Anna Frank, neanche troppi anni fa? La verità è che siamo un Paese devoto all’oblio e il ritorno di una destra così aggressiva lo dimostra; ma è inutile arrendersi alla sconfitta: dobbiamo, quantomeno, ricordare. Perché la sofferenza subita da milioni di persone non vada dimenticata.

Il confronto con Se questo è un uomo è dovuto, ma sono opere davvero diverse: la scrittura della Segre è schietta, diretta, semplice; mentre Se questo è un uomo diviene un capolavoro letterario grazie alla penna di Levi. I fatti sono però gli stessi. Due opere diverse ma uguali, immancabili e insostituibili. Insomma, La memoria rende liberi è da leggere, anche per l’introduzione di un grande giornalista come Enrico Mentana.

3 pensieri riguardo “Book #28: La memoria rende liberi di Liliana Segre

    1. Ho seguito il tuo consiglio Kate. L’ho regalato a un paio di persone. Grazie. C’è un libro di Guido Ceronetti “Per non dimenticare la memoria” mi sembra che sia il titolo. E’ un Adelphi. Fa il paio con questo.

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