Book #32: Persuasione di Jane Austen

Jane Austen Persuasione, Feltrinelli.

Mi sono innamorata di Jane Austen da ragazzina, quando lessi per la prima volta Orgoglio e Pregiudizio. Questo è uno di quei romanzi che, letti al momento giusto, ti entrano nel cuore, per la purezza dei sentimenti rappresentati e per il carisma delle eroine. Non giriamoci intorno: quanti di noi sono rimasti affascinati dalla stupenda storia d’amore tra Elisabeth Bennet e Mr Darcy (complice anche l’adattamento cinematografico)?

Da lì a poco, mi sono fiondata a leggere Ragione e Sentimento, compiendo l’amara scoperta: a livello di trama era uguale, se non meno avvincente, ad Orgoglio e Pregiudizio. Insomma, mi ero fatta un’opinione inclemente per questa autrice: letto un suo romanzo, letti tutti gli altri. Dopo molti anni, e dopo una laurea in lingua e letteratura inglese, ho deciso di darle un’altra chance con Persuasione, romanzo postumo del 1818.

Fin da subito mi sono accorta che sì, la trama è sommariamente uguale a tutti gli altri romanzi (con matrimonio finale annesso); ma l’ironia, la satira alla società inglese del tempo e ai suoi tipi umani sono le cose che rendono la lettura di quest’opera un’esperienza davvero piacevole, se non addirittura divertente. In Persuasione Jane Austen è spesso caustica: particolarmente vivido nella mia memoria rimane il commento su Richard Musgrove, uno dei tanti personaggi del romanzo che, secondo il narratore, vivo o morto, non fa differenza. Ma ciò che colpisce in Persuasione è la singolarità, nell’universo austeniano, della sua eroina. Anne è un’eroina che manca della spigliatezza e dello spirito di ribellione di Elisabeth Bennet. Anne è un’anti-eroina che si perde sullo sfondo, soprattutto se affiancata dagli altri esponenti della sua importante famiglia, completamente disinteressati a qualunque sua opinione su qualunque questione. Anne sembra inoltre assoggettata all’opinione di Lady Russell, cara amica della defunta madre, che le farà rinunciare alla proposta di matrimonio di Frederick Wentworth, ben otto anni prima dei fatti narrati. Anne non è una protagonista che osa, anzi, oserei dire che l’epilogo non è dettato da un’effettiva maturità e indipendenza sentimentale di quest’ultima, ma da un miglioramento dello stato sociale di Wentworth, più adatto a un matrimonio con una Eliott.

Insomma, se dovessimo basarci solo sulla protagonista, ci spiegheremmo perché Persuasione non sia uno dei romanzi tra i più amati della Austen, ma così non è se si parla di stile narrativo e di ironia. Leggendo questo romanzo, mi sono divertita. L’ironia della Austen non risparmia nessuno: i suoi personaggi sono dei tipi umani immortalati nella loro pochezza e nella futilità delle loro preoccupazioni: particolarmente divertente è la sorella più giovane di Anne, Mary, di indole totalmente opposta rispetto a quest’ultima, più posata e responsabile, meno attenta alla mondanità.

Persuasione, per quanto mi riguarda, non è memorabile come Orgoglio e Pregiudizio, ma vale la lettura. Ve lo consiglio se avete già letto i romanzi più famosi dell’autrice.

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